Love Blood by Jennifer Rardin

Love Blood by Jennifer Rardin

autore:Jennifer Rardin
La lingua: it
Format: mobi, epub
pubblicato: 2012-08-02T13:43:16.437000+00:00


Capitolo 13

Riaccompagnai Vayl in macchina al palazzo rosa, lasciando il lavoro di pulizia agli esperti. L'Agenzia impiega a questo scopo diverse persone, per ovvi motivi. Riuscimmo ad arrivare solo venti minuti prima dell'alba.

«Hai un'aria esausta», disse Vayl mentre io mi toglievo la giacca dalle spalle e l'appendevo su una sedia. Avevo qualcosa di intelligente da dire in proposito, ma poi mi tolsi gli stivali e sprofondai sul divano, e non riuscii a pensare ad altro se non ai ripetuti e fragorosi "urrà" del mio corpo.

«So che dovrei lasciarti dormire», continuò Vayl, «ma sono così sollevato che Liliana non ti abbia uccisa, che non riesco a toglierti gli occhi di dosso».

«Tu saresti sollevato! Quando mi ha bloccata mentre cercavo di scappare, ho pensato che fosse finita».

«E quel ragazzo che ho portato in ospedale. Il suo sangue aveva un odore così strano, che ho pensato che la sua vicinanza ti avesse provocato dei danni permanenti».

«Già, che diavolo credi che abbia?»

«Non ne ho.».

Il mio telefono prese a squillare. A queste prime luci dell'alba, non poteva essere nulla di buono e non avevo nessuna voglia di rispondere. Ma Vayl lo recuperò dalla mia giacca e me lo lanciò.

«Sì?», abbaiai io.

«Sono Bergman. Sono in Florida, ma ho bisogno di dormire un po'. Vuoi vedermi stanotte o va bene domani?»

«Va bene domani».

«Dove ti trovo?»

«Aspetta». Coprii il ricevitore. «È Bergman», dissi a Vayl. «Conosci un buon posto dove posso incontrarmi con lui domani?».

Lui ci pensò su per un momento, poi gli si illuminarono gli occhi. «In effetti, lo conosco». Mi diede l'indirizzo e io lo passai a Bergman, assieme a un orario che andasse bene per entrambi.

Quando chiusi la conversazione, dissi: «Dunque, che posto è?».

Vayl fece un'espressione vagamente imbarazzata, come se lo avessi appena beccato con i suoi amici a organizzare una visitina al Silver Saddle, dove le ragazze ballano praticamente nude e i drink sanno di limonata acida.

«Vayl?»

«Il posto si chiama Cassandra's Pure and Natural, e prende il nome della proprietaria. Si tratta di un negozietto di alimenti biologici».

«Bella copertura», biascicai io, irritandomi sempre di più per l'esitazione di Vayl. Non avevamo forse appena condiviso un momento molto intimo? Che diavolo mi stava nascondendo? «E che ne diresti se paghiamo un piccolo extra a Cassandra?», chiesi io.

«In questo caso lei ti conduce al piano superiore e legge».

«Fa. cosa?»

«È una medium. Ti tocca la mano o legge le foglie di tè, oppure i tarocchi. Quello che scegli».

Io mi accasciai sul divano e cominciai a borbottare. «Incredibile. Dopo quello che è appena successo tra noi. no, non ne ho il diritto. Nient'affatto. Devo.».

«Che diamine stai blaterando, nel nome di Dio!».

Io saltai in piedi. «Sono così stanca dei tuoi misteri e comportamenti evasivi che potrei vomitare!».

Gli occhi di Vayl si fecero scuri. Sembrava un sergente istruttore pronto a chiederti di fare le flessioni. «Stai superando il limite», disse lui lentamente e distintamente, affinché persino un'idiota nevrotica come me potesse comprenderlo.

«Non credo proprio! Hai lavorato con me per sei mesi prima di fornirmi una spiegazione plausibile sul perché tu mi abbia richiesta in prima istanza.



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